Suore Domenicane Missionarie di San Sisto
La “Casa di riposo” è gestita da suore appartenenti ad una congregazione domenicana che conta attualmente più di 400 suore in tutto il mondo. Qui sotto la congregazione viene presentata e illustrata brevemente nella sua storia. Per chi volesse approfondire, raccomandiamo la lettura della pagina dedicata alla fondatrice, la Madre Lalìa (1839 – 1914).
La Congregazione, fondata nel 1893 dalla Madre Lalìa con il nome “Congregazione Terziarie Domenicane di San Sisto Vecchio”, nel 1998, dietro suggerimento di Giovanni Paolo II, ha assunto una nuova denominazione: SUORE DOMENICANE MISSIONARIE DI SAN SISTO. Essa opera in ITALIA:
- nel settore educativo, con classi di Scuola materna, elementare, media;
- ginnasio, liceo classico e psico-pedagogico;
- nel campo assistenziale, con case di riposo per anziani, case-famiglia, case per ferie;
- nel settore ecumenico (specialmente a Bari e a Roma) nell’AMERICA LATINA (Perù, Guatemala, Messico, Honduras): opere missionarie e caritative.
Il 29 aprile 1993 (festa di S. Caterina da Siena), nella Basilica di S. Maria sopra Minerva (Roma), accanto alla tomba della Santa senese, hanno ricevuto il mandato missionario le prime cinque suore in partenza per la Russia; esse ora si ritrovano a San Pietroburgo, dove aiutano i Padri Domenicani nella parrocchia di Santa Caterina. Maggiori particolari più sotto.
SPIRITUALITA’ 
Collocandosi ovviamente all’interno della spiritualità domenicana, si può dire che la spiritualità lasciata dalla Madre Lalìa in eredità alle figlie si riassume in tre punti:
- Amore per la Chiesa
- Passione per l’Unità della Chiesa
- Apostolato della Verità nella Carità
STORIA
Dopo la morte di Madre Lalìa, la Fondatrice, il 9 aprile 1914, la Congregazione conobbe un periodo aureo, sotto il lungo generalato di Madre Cecilia Fichera, una bella figura di religiosa, che era stata vicina a Madre Lalìa negli anni trascorsi a Ceglie e ne aveva ricevuti preziosi insegnamenti.
In quegli anni il numero di Case fondate in Italia arrivò a 55, e le suore raggiunsero il numero di 700, prevalentemente giovani e piene di entusiasmo, di desiderio di donazione, di spirito di sacrificio. Formate in maniera rigorosa, esse vivevano una vita di perfetta osservanza e le vocazioni affluivano in gran numero, sottoposte ad un’accurata selezione. Il desiderio missionario, lasciato in eredità dalla Fondatrice, continuava ad animare i soggetti migliori, che sognavano di realizzare l’ideale della Madre e volevano rispondere affermativamente alle richieste che giungevano da varie parti.
Intanto sull’onda della passione domenicana della Fondatrice, in tutta la Congregazione ed in particolare a San Sisto, fiorivano scuole di ogni grado: dalla scuola materna al liceo, pensionati per giovani universitarie, scuola tipografica missionaria per l’apostolato della buona stampa, opere assistenziali presso Ospedali, Case di Riposo per signore anziane, Case-famiglia per giovani in difficoltà…
In missione nell’America Latina
Nell’ottobre del 1976, finalmente partì il primo gruppo per l’America Latina (Petèn, Guatemala). Quante difficoltà dovettero affrontare le pioniere: il clima torrido, la lingua straniera, il nutrimento scadente, la povertà estrema… ma tutto fu superato con la grazia di Dio e con l’entusiasmo che ardeva nel cuore delle missionarie e si poté pensare alla seconda missione in Perù.
L’afflusso di vocazioni fu tale da dover aprire un altro Noviziato in Guatemala, seguito da quello di Castel Gandolfo in Italia e da altre fondazioni: Lima, Città di Guatemala, Morales, San Benito, Honduras, Messico, Piura (Perù)… con un terzo Noviziato a Lima. Dispensari, scuole, centri di formazione per catechisti, lavoro di evangelizzazione negli asili nido, orfanotrofi… le opere missionarie fiorirono in poco tempo, attirando simpatia, consensi, solidarietà. Attorno alle case delle suore si andavano formando veri e propri centri di evangelizzazione e promozione umana e gruppi di giovani promesse per il futuro della Missione.
Il Signore ha benedetto tanti sacrifici, tanti anni di attesa silenziosa, ma carica di speranza, tante preghiere ardenti, vivificate dall’anelito di salvare anime, dar gloria a Dio, collaborando con la Chiesa e con l’Ordine Domenicano per l’avvento del Suo Regno.
In Russia
Recentemente anche la speranza di andare in Russia si è concretizzata, e in maniera del tutto insperata, grazie agli eventi politici che hanno mutato il volto dell’Europa: già per due volte la Madre Generale M. Cristina Milan si è recata in quella terra tanto sognata dalla Madre Lalìa e proprio dove voleva andare lei, cioè a San Pietroburgo, si è aperta la prima Casa russa, nel luglio del 1993, Anno Centenario di Fondazione della Congregazione.
Venticinque anni prima della Rivoluzione d’ottobre (e delle apparizioni di Fatima) la piccola suora Lalìa, venuta a Roma col permesso dell’arcivescovo di Palermo, superiore diretto del Collegio di Maria a cui apparteneva, il giorno dopo il suo arrivo andò alla Minerva, e, dinanzi alla tomba di Santa Caterina da Siena rinnovò il voto, fatto quindici anni prima (1877), di andare missionaria in Russia.
I nuovi superiori romani la fermarono, saggiamente consigliandola di formare, prima, le suore idonee per quella fondazione, e nel frattempo lavorare nella «Russia di Roma». E anzi, il Padre Alberto Lepidi O.P., da lei scelto come direttore spirituale e poi considerato dalle suore dei primi tempi come un cofondatore della loro Congregazione, a un certo momento le predisse: «In Russia non andrai tu, ma ci andranno le tue figlie».
Madre Lalìa ubbidì ai superiori, ma conservò sempre in cuore il pensiero della Russia come meta e scopo della sua Congregazione. Anche negli ultimi anni della sua vita, era solita ripetere: «Se Dio lo vorrà e i superiori me lo permetteranno, anche in ginocchio mi recherò a San Pietroburgo». A questo progetto è legata la preghiera per l’unità dei cristiani da lei composta e lasciata in eredità alle sue figlie, che la recitano ogni giorno in tutte le case della Congregazione.
Anche per questo la Congregazione delle Suore di San Sisto ha sempre sentito rinascere il desiderio di Madre Lalìa di andare in Russia, attendendo e invocando l’ora della realizzazione. Questa passione russa accesa dalla Fondatrice ha cominciato ad avere contorni concreti nel 1985, quando la Priora Generale Madre M. Cristina Milan, invitata dai Domenicani di Bari, accettò di far parte della delegazione ecumenica pugliese che si recava in Russia. Ci fu una commozione intensa nell’intera Congregazione per questo evento. Una figlia di Madre Lalìa, per la prima volta, metteva piede sul suolo russo, tanto sognato.
Da quel tempo cominciò il lavoro per attuare un ardito progetto: andare in Russia per l’anno centenario di fondazione della Congregazione! Si ebbero così contatti con personalità, richieste di informazioni e di consigli, corrispondenze, letture, tutte miranti all’unico obiettivo: Russia 1993!
Nel settembre 1991 ci fu la prima visita a Mosca per studiare che cosa era possibile fare in concreto. La partenza da Roma avvenne il 12, sabato, giorno dedicato alla Vergine Maria e al culto del suo Nome, un tempo anche nella liturgia. Con la Madre Generale viaggiò anche Suor Matilde Urso che era preconizzata come responsabile delle suore della nuova comunità. L’arrivo a Mosca avvenne il 15, giorno dedicato alla memoria dei Dolori della Madonna, che sul Calvario divenne Madre dell’umanità, Regina del mondo intero.
A Mosca la Madre venne ricevuta dal Nunzio apostolico Mons. Francesco Colasuonno, che la incoraggiò nel suo intento e le suggerì di puntare, per una nuova fondazione, su San Pietroburgo, visto che a Mosca vi erano già altre comunità religiose. Si pensi: l’Autorità della Chiesa invitava la Congregazione di San Sisto a scegliere San Pietroburgo come sede della prima fondazione in Russia, come aveva pensato e sognato Madre Lalìa!
Un anno dopo, il 17 settembre 1992, la Madre Generale si recò a San Pietroburgo, dove fece conoscenza con i Domenicani che lavorano nell’antica parrocchia di Santa Caterina, dovuta abbandonare nel 1936, e ripresa dopo il 1989: Padre Eugenio Heinrichs di origine russa, e padre Ludovico, di origine polacca. A Mosca era entrata in relazione anche col Padre Alexander Khmelnitsaky. Da detti confratelli le religiose ebbero i primi orientamenti e consigli. Il 21 settembre seguì un viaggio in Ucraina per studiare col Padre Roman Pawtowicz, Vicario episcopale dell’Ucraina, una possibile fondazione futura a Yalta. Il 26 settembre, ritornò in Italia.
Nei mesi successivi si formò il primo gruppo di suore che avevano espresso il desiderio di andare in Russia. Esse seguirono a Roma un corso intensivo di lingua e cultura russa. Il 29 aprile 1993, festa di Santa Caterina da Siena, le prime quattro suore della Congregazione di San Sisto ricevettero il crocifisso di missionarie, nello stesso luogo dove la Fondatrice aveva rinnovato il suo voto. Presiedette alla funzione alla Minerva Mons. Gianfranco Arrighi.
Nei mesi successivi proseguì la corrispondenza con i Domenicani di San Pietroburgo, il Nunzio apostolico e l’Arcivescovo di Mosca Mons. Tadeusz Kondrusiewicz il quale, il 29 novembre, trovandosi a Roma, volle visitare San Sisto, anche per conoscere meglio la Congregazione che sarebbe andata nella sua terra.
Di questo progetto Russia era stato informato il Maestro dell’Ordine e, mediante la stampa, l’intero Ordine Domenicano. Nell’ambito della Congregazione, si accese una gara tra le case filiali per inviare contributi alla Curia generalizia per la fondazione in Russia. La celebrazione del centenario, a Roma e in tutta la Congregazione, dà particolare rilievo al fatto della prossima fondazione.
Il 29 maggio 1993 la Madre Generale parte per San Pietroburgo con Suor Matilde. Con fatica e sacrificio riesce ad acquistare un piccolo appartamento che, ristrutturato, servirà di alloggio per le suore. Lo arreda con mobili e suppellettili che tra non poche difficoltà riesce a trovare sul posto. D’intesa con le autorità locali, dispone che un gruppo di bambini russi venga in Italia, ospite della casa di Marotta (Pesaro) per i mesi di luglio e agosto. S’incontra col Vicesindaco, per segnalare la presenza delle suore e ottenere il benestare del Municipio di San Pietroburgo.
Tornata a Roma, la Madre Generale prepara la partenza con le suore della nuova comunità. Il 18 luglio essa riparte con tre suore, che si ricongiungono a Suor Matilde, rimasta a San Pietroburgo. Si apre così la nuova comunità nella piccola casa acquistata. Se ne cura l’avvio a una vita conforme alle leggi e agli usi della Congregazione. Il principale scopo delle suore è per ora quello della testimonianza, attraverso la vita comune e la collaborazione al ministero pastorale dei Padri Domenicani. Esse si prestano anche per aiutare le opere umanitarie della Caritas. E ciò che per ora è possibile fare, nella situazione politica e civile del paese, ma è una cosa già santa e bella.